Groppello e Turbiana: quando le uve insegnano la massima cura per l’ambiente

09 Ottobre 2022

La storia che per la Slow Wine Fair vogliamo presentarvi oggi è quella di Pasini San Giovanni che, sulla riviera bresciana del lago di Garda, racconta il territorio attraverso due vini e vitigni, rispettivamente Valtènesi e Lugana, Groppello e Turbiana.

Sono al telefono con Paolo Pasini, una delle voci di terza generazione dell’azienda.

Ed è proprio dalla storia di Pasini San Giovanni che gli chiedo di iniziare il racconto…

Pasini San Giovanni: tre generazioni di vitivinicoltura sul Garda

Dall’osteria alla rivendita alla produzione

Inizia Paolo: «La storia di Pasini San Giovanni inizia con mio nonno Andrea nel 1958. Per 20 anni mio nonno gestì una trattoria in città, e fu in quel periodo che iniziò ad appassionarsi di vino, iniziando a commercializzarlo. Rilevò una cantina a Brescia e, nei primi anni della sua storia aziendale, si occupò prevalentemente di imbottigliamento. La ricerca dei vigneti e l’avventura agricola si rafforzarono con la seconda generazione, da metà anni Sessanta. Con Cascina San Giovanni, negli anni settanta, furono acquistati i primi 15 ettari, poi ne acquisimmo altri, anche in Lugana, fino ad arrivare agli attuali 40».

Strategie ambientali

La cantina Pasini San Giovanni e l’installazione “Vigneto sospeso”

La storia di Pasini San Giovanni, però, non è solo storia di acquisizioni di terreni. A partire dagli anni 2000, la terza generazione ha infatti fatto scommesse e investimenti importanti, sia nell’ammodernamento della cantina sia nella conversione aziendale all’agricoltura biologica, o meglio all’agricoltura ecologica, che abbia gli obiettivi di limitare il più possibile ogni forma di inquinamento e, al tempo stesso, punti a migliorare la struttura dei suoli e la salubrità dell’ecosistema.

Continua Paolo: «La nuova cantina, molto più tecnologica, è arrivata nel 2001. Nel 2009 abbiamo invece installato un impianto fotovoltaico per la riduzione dell’impatto energetico. I primi vini bio dell’azienda risalgono invece al 2014. Intanto, nel 2012 arriva la certificazione dell’impronta carbonica, che certifica i passi compiuti nella direzione di un’agricoltura pulita e responsabile».

Tutti i passaggi sono brevemente riassunti sul sito aziendale e vanno dalle strategie adottate nel vigneto – l’inerbimento totale tra i filari e l’utilizzo di fertilizzanti esclusivamente organici – all’analisi dell’impatto energetico, fino all’utilizzo di bottiglie alleggerite per il metodo classico e per i vini fermi e ad altri accorgimenti in tema di packaging e di scelta dei fornitori – il più possibile vicini alla cantina.

Sembrano azioni estremamente complesse, eppure Paolo le definisce così: «In realtà sono passi semplici, nel momento in cui nella testa hai un processo naturale e ragioni su quel che serve per avere un prodotto sano, ottenuto nel rispetto dell’ambiente».

Valtènesi e Lugana: le due facce del Garda

La storia aziendale è, com’è logico, anche la storia di due vini e due vitigni: la il  Turbiana e il Lugana da una parte, il Groppello e il Valtènesi dall’altra. Paolo me ne parla così: «Le zone del della Turbiana e del Groppello presentano fattori comuni dal punto di vista climatico, a partire da quella composizione quasi magica tra caldo e freddo, legata alla vicinanza con il Lago di Garda, una sorta di Mediterraneo tra le Alpi. Al tempo stesso sono zone diverse per quanto riguarda la composizione pedologica del suolo. I terreni del Lugana si trovano nella fascia più a sud, e sono suoli di argilla chiara, ideali per la coltivazione del della Turbiana. Nel Bresciano-Veronese sono 140 i vitivinicoltori dediti alla coltivazione di questa uva e alla produzione del Lugana».

Più impegnativo risulta il Groppello che Paolo definisce come «delicato e fragilissimo, quindi prezioso», continuando così: «I terreni del Groppello sono prevalentemente a Raffa, intorno alla cantina, e a Picedo. I suoli sono di origine morenica, sciolti e ricchi di scheletro, esposti al sole del mattino. Sono proprio la fragilità e la delicatezza del Groppello ad averci insegnato a essere il più possibile rispettosi nei confronti dell’ambiente. Senza mai trascurare il Lugana, negli ultimi anni le nostre energie si sono in larga parte focalizzate sul racconto del Valtènesi, sia in rosa sia rosso, che è complessivamente meno conosciuto e più raro. Lo producono, sul solo versante bresciano del Garda, una sessantina di produttori».

Di nuovo con i piedi nel vigneto

Pasini San Giovanni. Laura, Paolo, Luca e Sara

Concludo la chiacchierata con Paolo chiedendogli come sono trascorsi i due complicatissimi anni passati. Mi risponde: «Il 2020 è stato un anno difficile sotto molti punti di vista. È vero, da un lato questa aria da “tutto fermo e bloccato” ci ha fatti stare ancor di più con i piedi nel vigneto e ci ha fatti approcciare al nostro lavoro con una visione più “intima”. Ne siamo riemersi, nel 2021 e anche ora, con una progettualità più riflessiva e con investimenti accorti, che sono comunque fondamentali perché è verissimo che la campagna non aspetta e che la tensione verso il futuro è un motore indispensabile».

«Ora abbiamo voglia di rimetterci in gioco, di partecipare a tour e fiere, come anche la vostra Slow Wine Fair, che vediamo un po’ come una scommessa. Saremo nel tour di Slow Wine, nel tour del Gambero Rosso… spero solo di non essermi dimenticato come si fa. La nostra partecipazione alle fiere è determinata dalla volontà di aprire qualche nuovo mercato e di dare maggior valore ai nostri vini e al nostro territorio, anche attraverso ulteriori investimenti in azienda».

Lunga vita al Garda e alle sue uve!

Slow Wine Fair è la manifestazione internazionale dedicata al vino buono, pulito e giusto. Dal 26 al 28 febbraio 2023, convegni, masterclass, e l’esposizione di centinaia di cantine italiane e internazionali e oltre 3.000 etichette. La biglietteria sarà disponibile online a fine novembre. Iscriviti alla newsletter per essere aggiornato su tutte le novità. #SlowWineFair2023

di Silvia Ceriani, info.eventi@slowfood.it

Skip to content