L’origine di tutto, la felicità del suolo: Manincor

20 Novembre 2023

Le origini di Manincor si perdono lontano nel tempo. Era il 1608 quando Hyeronimus Manincor ricevette dall’imperatore d’Austria in riconoscimento dei servizi resi un titolo nobiliare e alcuni terreni sul lago di Caldaro.

E fu sempre lui a integrare sullo stemma di famiglia gli elementi simbolo del suo cognome: la mano e il cuore. Si può dire, in un certo senso, che oggi la conduzione dell’azienda prosegua tenendo fede a quei simboli: una mano, che indica l’indispensabile lavoro umano nell’occuparsi dei terreni, e un cuore, che simboleggia invece il concetto di cura, di lavorazioni attente e rispettose. Nel 1662 i destini della casata Manincor si uniscono a quelli della casata Enzenberg, che nel 1978 divenne definitivamente proprietaria della tenuta.

Le uve si coltivavano già, ed erano conferite a cantine sociali a Caldaro e Terlano. Fu solo nel 1991 che il conte Michael Goëss-Enzenberg decise di prendere un’altra strada, creando la propria azienda vitivinicola. L’impronta è da subito quella di un’azienda sostenibile e illuminata, che presto sposa i princìpi della viticoltura biodinamica e abbraccia il credo delle fermentazioni spontanee. Un’azienda che, in poco tempo, diventa un faro per la produzione locale.

La terra è nobile

È proprio di qui che inizia la mia chiacchierata con Matthias Jaeger, sales manager dell’azienda. Da un percorso di fianco alla natura, dal punto di partenza, nella storia attuale dell’azienda, e dalla sua evoluzione.

«Se lo raccontiamo oggi, il nostro percorso è un discorso semplice. Perché l’essere naturali implica semplicità. Ma il percorso, di fatto, è stato lungo e ha comportato in tutti noi una forte caparbietà. È tutto iniziato, se così vogliamo dire, nel 2005. A quel tempo la maturazione delle uve era buona ma non perfetta, segno che qualcosa non era a posto, che si poteva migliorare. È in quell’anno che Michael Goëss-Enzenberg incontra Andrew C. Lorand, professore a San Francisco e autore di numerose pubblicazioni sull’argomento. Lorand partì dall’origine di tutto, il suolo. Constatò che nel nostro terreno c’era poca vita, e che un terreno vivo fosse la base di tutto».

E così la nuova storia di Manincor partì proprio da questa idea di riportare la vita nel suolo – ricco di humus e abitato da microorganismi, lombrichi, formiche e altre forme di vita –, perché è di lì che hanno origine uve e vini di qualità. Dice Matthias Jaeger: «Per fertilizzare usiamo il compost, dei preparati biodinamici e il sovescio. Tutto questo per il suolo è oro. Ci permette di conservarlo integro, ricco, in perfetta salute». Alla cura del suolo si associano presto altre pratiche dell’agricoltura biodinamica, come parte di un percorso naturale.

Pecore tra le vigne

Nella natura, gli animali svolgono un ruolo imprescindibile. Ed è per questo che, nelle vigne di Manincor, le forme di vita animale abbondano. Non solo quelle microscopiche che danno vita al terreno. Ci sono anche pecore Quessant, che tengono i prati puliti, concimano, smuovono la terra con i loro zoccoli. Abitano nelle vigne per buona parte dell’anno. Poi, da marzo, vengono spostate in un campo di mele, il che non cambia la loro condizione di animali felici! Ci sono galline che razzolano. Ci sono api che bottinano i fiori che crescono nell’erba non sfalciata. E poi ci sono anche numerose specie selvatiche. Molti uccelli scelgono Manincor per nidificare. Segno che in questo luogo hanno trovato una casa ospitale.

Continua Matthias Jaeger: «In una visione olistica come quella di Manincor era impossibile non includere gli animali. Anche loro, in particolare le pecore, danno un contributo fondamentale alla salubrità e alla bellezza del luogo. E sono uno dei tasselli della biodiversità che qui si può trovare. Gli altri sono i gruppi di alberi e siepi che spezzano le vigne; o anche il misto di cereali, fiori, trifoglio, colza, che viene seminato in ogni secondo filare di viti».

Al servizio della terra

Quando gli chiedo se ritiene che il loro percorso nella biodinamica sia arrivato a un punto di arrivo, Jaeger mi dice: «In biodinamica non c’è un punto di arrivo, il nostro è un percorso continuo. Continuiamo a fare ricerca, e a trovare soluzioni per accontentare il terreno».

Questo è valido a maggior ragione in un anno come il 2022, che anche a Caldaro sarà ricordato come un anno di siccità estrema. «Nelle annate difficili, il terreno sano e le vigne coltivate in biodinamica rispondono bene. Nonostante le difficoltà dell’anno, e anche se dopo quasi 20 anni che non la praticavamo abbiamo dovuto fare ricorso all’irrigazione, le nostre vigne grazie alle loro radici profonde si sono mantenute pimpanti, in salute. E ne sono risultati vini perfetti».

Manincor in breve

  • ettari 60 – bottiglie 400.000
  • fertilizzanti: humus, preparati biodinamici, sovescio
  • fitofarmaci: rame, zolfo, preparati biodinamici
  • diserbo: lavorazione meccanica/manuale
  • lieviti: fermentazione spontanea
  • uve: 100% di proprietà
  • certificazioni: biologico certificato, biodinamico certificato
  • Premi Slow Wine: Chiocciola. Coraggio, visione chiara e scelte concrete: ecco gli elementi del solido successo di Manincor, assoluto riferimento per l’applicazione del metodo biodinamico e per la capacità di trarne vini di rara finezza e genuinità. Vino Top e Vino Slow a A.A. Terlano Chardonnay Sophie 2021. Elegante e saporito, è un grande bianco altoatesino: i sentori fruttati e balsamici accompagnano un sorso stratificato, avvolgente e saporito.

L’essenza di un vino buono

Tutto questo lavoro in vigna, questa visione olistica e puntuale al contempo non può che dare vini «naturali, belli, puliti, chiari», come dice Jaeger, «dei vini che nascono innanzitutto in vigna, dalle uve appunto, e che sono completati dal lavoro dell’enologo – Helmuth Zozin – in cantina. È questa la cifra stilistica dei prodotti Manincor, la limpidezza, che ritroviamo in tutte le loro creazioni, tra cui citiamo quelle incluse nella guida Slow Wine: A.A. Terlano Sauvignon Lieben Aich 2020, A.A. Terlano Réserve della Contessa 2020, A.A. Terlano Pinot Bianco Eichhorn, A.A. Terlano Chardonnay Sophie 2020. Una limpidità che piace molto anche all’estero, dove i vini di Manincor stanno riscuotendo sempre maggiore successo». Continuate così!

di Silvia Ceriani, info.eventi@slowfood.it

Organizzata da BolognaFiere e Sana da un’idea di Slow Food, Slow Wine Fair è la manifestazione internazionale dedicata al vino buono, pulito e giusto. Dal 25 al 27 febbraio 2024, convegni, masterclass, e l’esposizione di circa 1000 cantine italiane e internazionali e oltre 5.000 etichette. La biglietteria è disponibile online. Iscriviti alla newsletter per essere aggiornato su tutte le novità. #SlowWineFair2024

Le foto, a gentile concessione di Manincor sono di © Alex Filz

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